La famosa pequena notável

La si potrebbe considerare la Frida Kahlo brasiliana: come la pittrice messicana, anche Carmen era un’artista.
Solo che non dipingeva quadri, ma colorava palcoscenici e pellicole di film.
E allora perché paragonarla a Frida? Perché tutt’e due s’impegnarono a esprimere e a celebrare fino all’eccesso la propria cultura di origine.
Con i suoi abiti e i suoi accessori sempre esagerati, in effetti, Carmen ha ripercorso a modo suo la storia dell’identità delle donne brasiliane.
Il suo vero nome era Maria do Carmo Miranda da Cunha – una mia parente, forse? Sarebbe troppo bello… – ma divenne famosa come la pequena notável (piccola notevole) o la brazilian bombshell (bomba sexy brasiliana).
Tutto iniziò a Rio de Janeiro nel 1933, quando fu la prima cantante a firmare un contratto con la radio di maggior ascolto del Brasile. Diventò presto la più acclamata interprete del samba – e la meglio pagata – e dalla radio sbarcò, da vera regina, nel mondo del cinema musicale brasiliano.

Di gran carriera negli Stati Uniti

Nel 1939, durante uno spettacolo al Cassino da Urca – quando il gioco d’azzardo era legale in Brasile –, la notò Lee Shubert, uno dei più potenti produttori di Broadway, e la invitò negli States.
Le bastò incantare il pubblico di New York per trovarsi spalancate le porte di Hollywood. Fino a diventare nel 1941 la prima attrice sudamericana celebrata sulla Walk of Fame e nel 1945 la vedette più pagata del cinema a stelle e strisce.

“Dicono che sono tornata americanizzata”

In Brasile, però, la sua carriera hollywoodiana fu seguita da molti con sospetto, e salutata come un capitolo della propaganda imperialista della politica yankee dell’epoca nell’America del Sud.
Per tutta risposta, Carmen lanciò un brano, diventato subito famoso, in cui cantava “hanno detto che sono tornata americanizzata, con tanti soldi, che sono molto ricca.”

L’omaggio alle bahiane

A inizio carriera, quando appare nel musical brasiliano “Banana da Terra” cantando O que é que a baiana tem (Cos’è che ha la donna bahiana), Carmen indossa un costume ispirato alle venditrici di dolci bahiane: un ampio vestito bianco, carico di accessori luccicanti.
Queste donne-icona di Bahia resistono ancor oggi a tutte le mode, perché raccolgono l’eredità concettuale delle loro antenate, arrivate come schiave dall’Africa: quella di celebrare la propria liberazione e l’indipendenza economica con la creazione dei loro “gioielli creoli” (vedi Balangandans, i gioielli degli schiavi brasiliani nel mio blog).
Il costume di Carmen ebbe un tale successo che lei stessa volle riproporlo il più possibile nella sua carriera, trasformandolo in un emblema mai dimenticato dell’identità brasiliana in tutto il mondo.
Tuttora, quando in Brasile qualcuno esagera con monili e accessori, in un accumulo barocco di strati e accostamenti, il nome di Carmen Miranda salta inevitabilmente fuori, proprio come un bel ricordo.

I balangandans secondo Carmen

La rilettura che Carmen fa dei gioielli creoli e dei balangandans celebra innanzitutto l’abbondanza rigogliosa e vitale della natura brasiliana. Perciò i suoi ornamenti riproducono le forme più varie dei frutti tropicali, così come l’esuberanza eccessiva e ostentata dei grandi volumi e delle superfici dorate ci ricordano il sole e la luminosità del Brasile.

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